Per quanto ancora la Terra potrà sopportare l’impronta ambientale di cui l’uomo è responsabile?
È questa la domanda che si è posto il mondo della ricerca che, a partire dal 2009, monitora periodicamente la capacità del nostro pianeta di rispondere in modo efficace ai diversi tipi d’inquinamento e al consumo di risorse di cui l’uomo è responsabile. Il concetto di cui parliamo è quello dei “confini del pianeta” (Planetary Boundaries) che identifica nove aree critiche che l’uomo dovrebbe monitorare con regolarità e rispetto alle quali sono necessari interventi politici e tecnici al fine di perseguire uno sviluppo rispettoso della sostenibilità ambientale.
L’immagine di seguito rappresenta le nove aree critiche ed i relativi confini e indica, in funzione delle attuali conoscenze ed evidenze scientifiche, la capacità del nostro pianeta di rispondere all’intervento dell’uomo in modo più o meno resiliente.

I risultati della ricerca mostrano come esista un alto rischio che l’uomo abbia già superato i limiti in almeno due di queste aree critiche:
- quella della biodiversità (genetic diversity): ogni anno scompare infatti un numero crescente di specie animali e vegetali;
- quella legata ai cicli dell’azoto e del fosforo (Biogeochemical flows), elementi sui quali si fondano ad esempio i processi agricoli intensivi.
Con riferimento ai temi dell’uso del suolo e dei cambiamenti climatici, invece, il rischio di superamento cresce di anno in anno suggerendo la necessità di interventi urgenti e concreti da parte della Comunità Internazionale.
Risultano attualmente sotto controllo le aree relative a:
- la disponibilità di acqua dolce, sebbene la sua distribuzione non omogenea la renda particolarmente critica in alcune aree del pianeta;
- l’assottigliamento dello strato d’ozono, grazie alle politiche che sono seguite alla firma del Protocollo di Montreal nel 1987;
- l’acidificazione degli oceani, responsabili dell’assorbimento di circa il 25% delle emissioni di CO2.
I confini del pianeta costituiscono un utile spunto di riflessione per le istituzioni, il mondo delle imprese ed i singoli cittadini al fine di guidare le nostre scelte verso un modello di consumo e di produzione più sostenibile.